Finalmente dopo due mesi ho potuto rivedere i miei nipotini e giocarci insieme. In questi mesi tante volte ho sognato questo momento, è vero i mezzi moderni con le videochiamate hanno attenuato la malinconia ma nessuna tecnologia può sostituire l’abbraccio a un nipotino. Spesso mi sono ritrovata a riflettere che se fossimo stati ai miei tempi questa lontananza non l’avremmo certo dovuta subire.
Quando ero piccola la famiglia viveva tutta insieme, fratelli, sorelle, cognati, nipoti e nonni tutti sotto un unico tetto. Siamo arrivati ad essere a tavola in ventitrè tutti i giorni. C’era poco da star isolati, in casa c’era sempre qualcuno che andava e veniva. La casa non era certo grande aveva solo una grande cucina e due grandi camere da letto. Noi piccoli eravamo un po’ figli di tutti e non mancavano certo le liti, ma tutto si risolveva sempre presto, questione di sopravvivenza. Il nostro punto di riferimento più importante erano sempre i nonni, sopperivano a tutte quelle incombenze verso di noi quando i genitori erano fuori a lavorare. I miei nonni erano figure che incutevano rispetto ma allo stesso tempo facevano trasparire fiducia e affetto. Le mie mattine passate insieme alla nonna a cucinare e preparare la pasta fresca per il pranzo sono indimenticabili, il profumo della torta preparata con cura insieme a lei è ancora impresso nella mia mente. Il veder invece i miei fratelli spaccar legna con il nonno mi riempiva quasi di orgoglio. Mai un giorno di lontananza, la nostra casa era quella, e se per caso capitava che qualcuno era ammalato rimaneva a letto e al massimo a turno qualcuno gli portava un po’ di brodo caldo. Se fosse stato contagioso tutta la famiglia sarebbe stata partecipe alla malattia senza nemmeno pensare all’allontanamento. Anzi in questi casi i nonni erano una gran fonte di sapere a cui appoggiarsi per capire cosa stava succedendo. Il contagio tra vicini era praticamente impossibile, la cascina più prossima era a quattro kilometri e il centro paese a sei. Il lavoro poi era nei campi o nelle stalle e non c’era di certo affollamento in quei luoghi. Certo i tempi erano diversi, forse il fisico era più forte ma credo che l’amore e l’affetto che ogni familiare aveva per l’altro ci rendesse immuni da qualsiasi contagio. Eravamo sicuramente all’oscuro di tanti rimedi ma sono contenta così almeno so che i miei nonni non hanno dovuto essere allontanati da casa per essere risparmiati. Ai miei tempi è andata così, ai nostri giorni è stato un po’ diverso, noi vecchietti abbiamo un po’ sofferto, ma…fortunatamente è andato tutto bene e oggi gioco come fossi una bambina con i miei nipotini.
Nonna Carla
ricordi dei primi anni ’50