Tempo di vacanze e come tutti gli anni in questo periodo ripenso alle mie. Erano bellissime con tutte le caratteristiche di quelle di oggi, preparativi, lungo viaggio, meta invidiabile, spensieratezza e divertimento. E dove andavo? “al mar di puarit” (al mare dei poveri). Sì, non mettetevi a ridere, anche noi vecchietti avevamo il nostro mare, era il nostro caro fiume Ticino e chi ci poteva andare era davvero fortunato ed invidiato.
Io ero particolarmente fortunata perchè i miei nonni materni abitavano in riva al mare e per me che invece abitavo in quella grande metropoli chiamata Castano Primo era proprio una grande fortuna. Aspettavo con trepidazione il periodo estivo per andare dai nonni. Finita la scuola preparavo le valigie, erano grandi preparativi: due vestiti, uno per tutti i giorni ed uno per la festa, un gilet, un foulard, zoccoli e pochi indumenti intimi e la valigia era pronta. La Domenica dopo la messa e dopo aver accudito gli animali nella stalla, tutta la famiglia inforcava la bicicletta e, gambe in spalla, si partiva per il lungo viaggio: Castano Primo – campagne di Oleggio. Era proprio un lungo viaggio tanto che i nostri genitori ci concedevano qualche sosta per riprendere fiato. Adesso percorrere quel tratto di strada con l’auto è una passeggiata ma pensate a noi poveri bambini di 4 o 5 anni fare tutto quel tratto con una bicicletta di terza o quarta mano, con strade malconce e a tratti sterrate, era una vera impresa. Ma una volta arrivati rivedere il panorama della vallata, il nostro mare e la casa dei nonni ci faceva dimenticare tutto. Quel giorno era una grande festa perchè tutta la famiglia si riuniva, la nonna preparava un grande pranzo e finalmente si rivedevano tutti i cuginetti che avevamo lasciato l’estate prima e che adesso avrebbero trascorso un’altra estate insieme a noi. Infatti tutti i miei zii come i miei genitori lasciavano in affido i propri figli ai nonni per tutta l’estate. La sera quando i genitori ci salutavano per tornarsene a casa qualche lacrimuccia scappava ma noi bambini ci facevamo forza l’un l’altro e dopo dieci minuti tutto passava. I giorni trascorrevano sereni, niente impegni, niente scuola solo l’aiuto alla nonna nelle faccende domestiche al mattino e poi tutto il giorno a giocare in riva al nostro grande mare, che amavamo ma a cui guardavamo sempre con rispetto perchè da sempre ci avevano insegnato che le sue acque non perdonavano le imprudenze. Ci divertivamo con giochi inventati al momento, bastava qualche sasso, un po’ d’acqua e qualche ramo secco e ci si divertiva per ore. Giorni bellissimi, ricordi indelebili, vacanze che nulla hanno da invidiare a quelle dei miei nipoti che tutti gli anni si scervellano per trovare mete sempre più esclusive. Libertà, semplicità e affetto era tutto quello di cui avevamo bisogno. E chissà che forse non ne hanno bisogno anche i nostri nipoti ancora oggi…
Nonna Lucia
Castano Primo, fine anni ’40