16 Giugno, oggi è il mio compleanno e sto acquistando della pasticceria per festeggiarlo. Sono intenta a scegliere: cioccolato, crema o marmellata…non so cosa fare, seppur tutti buonissimi non trovo nulla che si avvicina al dolce sapore della torta della mia mamma quand’ero bambina.
Quand’ero piccola ogni anno la mia mamma preparava la torta, una torta semplice, con le uova delle nostre galline, con il latte che il papà aveva appena munto, con il burro fatto con il nostro latte, farina e zucchero, nient’altro. Una volta preparato l’impasto bisognava cuocerlo, a giugno però la stufa non serviva più e di conseguenza in casa non c’era nemmeno il forno caldo, per cuocerla quindi, come tutti in estate, portavamo la nostra torta dalla “prestineaa”. La prestinaia si chiamava Jolanda e aveva il forno in fondo alla via dove abitavo. Tutte le notti sfornava il pane che noi alla mattina andavamo a comprare, di giorno invece il forno non veniva utilizzato ma rimaneva caldo comunque e si rendeva quindi disponibile per cuocere le torte di chi aveva qualche ricorrenza in casa. A me piaceva tantissimo portare la mia torta dalla Jolanda, sentire il suo profumo che si mischiava con quello del pane era bellissimo. La Jolanda era gentilissima, credo che non si facesse neanche pagare, ci chiedeva però di rimanere davanti al forno a curare la nostra torta. Non pensate che aveva paura di qualche ladro che sentendo il profumo venisse a mangiarsela era perchè a volte le capitava di addormentarsi e svegliarsi solo a torta bruciata. Parecchie volte infatti, dopo una notte di lavoro, la si trovava appisolata accanto al forno in attesa di qualche cliente. Trascorsi i quaranta minuti che servivano per la cottura se la Jolanda dormiva la svegliavo e mi facevo sfornare la torta che orgogliosa portavo a casa. Facevamo una festa semplicissima nessun fronzolo e nessun regalo ma mangiare quella torta condita con l’affetto della mia famiglia aveva un sapore indimenticabile che ancora oggi ricordo con nostalgia.
Nonna Mariarosa
Cuggiono, anni ’50