Nelle ricorrenze la sveglia della mattina suonava sempre prestissimo. E anche al 3 febbraio dovevamo essere svegli per la messa delle 06,00.
Era il giorno di San Biagio e dovevamo andare a benedire la gola e il pane. Era una tradizione che andava rispettata. Qualcuno in famiglia però si doveva sacrificare più degli altri, perché doveva uscire prima per far la coda dal prestinaio a comprare il pane da portare in chiesa. Essendo io il maggiore di tutti, chissà perché, toccava sempre a me.
Quasi sempre nevicava e io, tutto intabbarrato, uscivo che ancora era buio per correre in panetteria. Se ero fortunato venivo servito subito, ma se tardavo la coda era infinita. Tutti infatti rispettavano l’usanza di far benedire il pane, perché, mangiandolo per prima cosa a colazione, San Biagio ci avrebbe protetto la gola e il naso per tutto l’inverno. Il raffreddore sarebbe stato alla larga! Il pane però andava prima benedetto e si doveva partecipare assolutamente alla messa, altrimenti San Biagio non ci avrebbe protetto.
Non so se fosse davvero San Biagio o la giovinezza, ma quando ero piccolo non avevo mai il raffreddore. Invece adesso devo stare attento. Perché di raffreddori ne ho sempre tanti.
Chissà… di sicuro il San Biagio di una volta era un bravo dottore!
NONNO GIUSEPPE
Inveruno fine anni ’40