Oggi stavo portando a passeggio mio nipote che mi chiede cosa sono quei frutti neri tutti spiaccicati a terra, io d’istinto gli rispondo: i murun! Lui mi guarda con fare curioso, intuisco che non ha capito e subito mi correggo parlando in italiano: sono le more di gelso. Sai, quando ero piccolo quasi ogni cortile aveva queste piante perchè le foglie servivano per i bachi da seta ma noi bambini aspettavamo questo periodo per fare scorpacciate di questi frutti. Avevano un effetto lassativo, soprattutto se mangiati in gran quantità ma a noi non importava. Andavamo di cortile in cortile ad assaggiarli tutti ma nel nostro gruppo di amici le più buone erano quelle del Carletto perchè aveva una pianta che faceva le more bianche, erano meno aspre e più rare per questo chi le aveva era considerato un ricco. Tutti noi invece avevamo quelle nere ma non per questo ci limitavamo nel mangiarle, ci arrampicavamo sulle piante come gatti, in questo periodo se guardavi all’insù trovavi sempre qualche ragazzino nascosto tra i rami, se li guardavi bene vedevi che dalla bocca fino alle orecchie erano imbrattati di succo nero, impossibile non essere scoperti. Anch’io mi nascondevo sempre tra i rami a rubare i murun, ne mangiavo tantissimi e come tutti scendevo dall’albero imbrattato dalla testa ai piedi di succo nero, i vestiti erano irriconoscibili, sapevo che se tornavo a casa in quelle condizioni la mamma mi avrebbe sgridato, avevo allora scoperto un trucco per farmi perdonare, siccome anche a lei piacevano moltissimo ne raccoglievo una manciata e con finta dolcezza quando rientravo le dicevo: guarda mi sono arrampicato sulla pianta per raccoglierti i murun che ti piacciono tanto così fai la tua torta preferita. Ovviamente la torta piaceva molto di più a me ma sentendomi lei si scioglieva ed io ero salvo.
Oggi il mio nipotino dopo aver sentito la mia storia mi chiede di poterli assaggiare e io potevo tirarmi indietro? Assolutamente no, anche con gli acciacchi di gioventù mi sono arrampicato sulla pianta ne ho raccolto un po’ e li abbiamo anche portati alla nonna pregandola di farci una bella torta. E’ stata una felicità immensa poter mangiare una crostata ai murun insieme al mio nipotino, mi è sembrato di essere tornato bambino.
Nonno Piero
ricordi dei primi anni ’50