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La caseula di San Martino

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    La caseula di San Martino

    By admintrucioli | Uncategorized | Comments are Closed | 11 Novembre, 2021 | 0

    Quand’ero piccola il pranzo della Domenica era una sempre festa, tutta la famiglia si riuniva intorno al tavolo, c’erano anche gli uomini di casa che solitamente nei giorni feriali erano sempre nei campi a lavorare.C’era una Domenica all’anno però che quel pranzo ritornava ad essere solo al femminile. Era il giorno di San Martino.Ci si alzava presto, si andava tutti insieme alla Messa Prima ed una volta tornati a casa il papà Luigi, gli zii Cesar, Marietto e Paulin, inforcavano la loro bici e partivano per Inveruno dove sarebbero stati fino a sera.A loro piaceva girovagare in lungo ed in largo tra le tante bancarelle di attrezzi agricoli perchè c’era sempre qualche novità da acquistare che poteva servire nel lavoro nei campi durante l’anno. Era anche l’occasione per trovare qualche capo di bestiame da acquistare a buon prezzo per ampliare le loro povere stalle o pollai. Si trattava quasi sempre di qualche coniglio, gallina…raramente potevano concedersi un acquisto importante come una mucca o un mulo, il cavallo poi era solo per i ricchi.Dopo tutta la mattinata di acquisti e trattative non potevano farsi mancare la tradizionale caseula con qualche bicchiere di buon vino rosso. Si concedevano quel semplice pranzo serviti e riveriti come dei veri signori presso la famosa “Osteria San Martino” che sarebbe costato ben 100 Lire al massimo a testa. Un pranzo che si protraeva sino al tardo pomeriggio, e per una volta l’anno facevano bene a concederselo. C’era un solo piccolo problema, dopo aver mangiato l’abbondante caseula accompagnata dal buon vino, riuscire a ritrovare prima le bancarelle dove ritirare gli animali acquistati e poi la strada immersa nella nebbia per il ritorno, era quasi sempre un’ardua impresa.Ce l’hanno sempre fatta comunque, e noi bambine quando li vedevamo ritornare correvamo loro incontro per vedere cosa avevano comprato quell’anno. Eravamo tanto felici anche solo a vedere una nuova gallina nel pollaio ma sapevamo che il papà aveva comprato anche una fila di marroni tutta per noi. Quei marroni riuscivano sempre a trasformare una serata fredda e nebbiosa in una vera festa.

    Nonna Enrica

    Cuggiono, anni ’40

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