Sono nato in una cascina di Oleggio, le mie origini sono quindi piemontesi ma, anche se ora vivendo dall’altra parte della sponda del Ticino sono diventato lombardo, le tradizioni le ho portate con me.
Nella notte tra il 28 e 29 Giugno, notte di San Pietro e Paolo, in tutte le case specialmente dove c’erano bambini si faceva la barca di San Pietro. Si prendeva un fiaschetto di vetro e si riempiva d’acqua fredda, dentro quest’acqua si doveva far colare delicatamente un albume d’uovo. Senza agitarlo troppo poi lo si doveva depositare in un prato meglio se sotto un albero e lo si doveva lasciare tutta la notte, doveva prendere soprattutto la rugiada del mattino. Durante la notte, se tutto filava liscio, l’albume si trasformava e prendeva la forma di una barca con le vele. La forma della barca che si creava era molto importante perchè se formava delle vele aperte voleva dire che il tempo sarebbe stato bello e il raccolto dei campi abbondante, al contrario se si formavano delle vele strette e chiuse era un anno piovoso e il raccolto scarso. Per tutta la mattina del giorno di San Pietro e Paolo ci divertivamo ad andare a trovare gli amici per vedere la loro barca e scoprire chi per quell’anno avesse quella più bella e ritenerlo il più fortunato perchè sicuramente era quello che avrebbe raccolto di più. Dovevamo fare in fretta però perchè a mezzogiorno la barca cominciava a sciogliersi fino a scomparire. Per noi bambini quella notte sembrava magica, non capivamo come poteva succedere questa magia e mi ricordo che un anno io e i miei fratelli ci accovacciammo decisi di stare svegli tutta la notte per vedere cosa succedeva ma il sonno ebbe la meglio e ci svegliammo la mattina scoprendo di aver dormito tutta la notte all’aperto senza essere nemmeno riusciti a scoprire il segreto. Eravamo amareggiati ma i nostri genitori ci consolarono dicendo che “ul San Pedar sa fa no videè” (san Pietro non si fa vedere…) Ovviamente non sempre la barca rispettava il vero andamento del raccolto ma la tradizione era talmente semplice e bella che anche ora tutti gli anni la faccio insieme ai miei nipotini. Loro la vivono con stupore io invece con tanta bella nostalgia.
Nonno Giacomo
primi anni ’50