Avevo 12 anni, vivevo in alta Valsesia ma ormai in quella valle non c’era più lavoro, per la mia famiglia era diventato molto difficile andare avanti, così quel giorno, spronato da chi mi diceva che ormai ero diventato grande presi coraggio, lasciai i miei cari e, solo, con gli occhi lucidi e un piccolo fagotto in mano mi incamminai per boschi e sentieri. Passo dopo passo arrivai in un paesino chiamato Cellio in cerca di fortuna. Trovai un piccolo alloggio e subito cominciai a chiedere se qualcuno potesse offrire un lavoro ad un piccolo ragazzino venuto da lontano. Scoprì che il panettiere del paese era molto anziano e cercava aiuto durante la notte per la panificazione. Timidamente mi presentai, non sapevo nulla di quel lavoro ma avevo una gran voglia di imparare e serviva assolutamente guadagnare qualche soldino per vivere. Il panettiere mi accolse e volentieri mi fece lavorare nella sua bottega, fù una gioia immensa. Il lavoro era faticoso, la notte non si dormiva per infornare il pane e di giorno lo si doveva consegnare ma io ero entusiasto, quel lavoro cominciava a piacermi. Ora però che nella bottega eravamo in due si poteva produrre di più e convinsi il padrone di provare a fare anche dei biscotti. Accettò ma lasciò a me il compito. Provai e riprovai ma un biscotto che mi soddisfaceva non usciva, finchè un giorno una signora del paese benestante di origine francese a cui consegnavo il pane fresco tutte la mattine venuta a sapere dei miei biscotti decise di svelarmi la sua ricetta. Con i suoi segreti uscirono dei biscotti fantastici, ebbero subito successo e da allora quei biscotti sono conosciuti come i biscotti del Dino. Fare il panettiere era diventato ancora più appassionante, vedere il pane lievitare nella notte, sentire il suo profumo la mattina e il dolce aroma dei miei biscotti verso mezzogiorno diffondersi per la valle non aveva prezzo. Il ragazzino è dovuto crescere in fretta ma ho sempre portato con me l’entusiasmo di quel dodicenne. E’ per questo che durante gli anni ogni volta che un bambino si affacciava alla porta del mio forno, forse perchè rivedevo la mia infanzia, mi veniva spontaneo regalargli un panino o un biscotto appena sfornato e vedere che veniva accettato con un sorriso mi riscaldava il cuore. Tanti villeggianti mi ricordano infatti per il panettiere che regalava il panino fresco. Ora mi godo la meritata pensione, tocca a mio figlio e ai miei nipoti continuare ma la ricetta dei biscotti assicuro che non verrà cambiata e mai verrà svelato il suo segreto.
Nonno Dino
Cellio, anni ’50
Nella foto nonno Dino nella panetteria ora gestita dal figlio e la veduta del paese negli anni ’50.