Da piccoli eravamo dei veri temerari, sempre nei pericoli ma al tempo stesso eravamo dei gran fifoni.
Io avevo una nonna, la mia nonna Rosetta, che abitava in due piccoli locali di corte come si usava ai tempi. Andavo sempre molto volentieri da lei purchè fosse giorno e con la luce del sole, se per caso qualcuno mi diceva di andare di sera per me erano guai. La luce elettrica non c’era dappertutto e nella camera della nonna per illuminare la stanza c’era una piccola ed innocente lanterna a petrolio. A me però pareva una grandissima luce inquietante, un mostro luminoso che poteva all’improvviso mangiarmi. Avevo una tal paura che prima di entrare facevo gli scalini molto adagio, aprivo lentamente e senza far rumore la porta e sbirciavo dentro prima di entrare. Se l’oggetto misterioso era spento avevo la via libera se era acceso rimanevo immobile, terrorizzato, io guardavo lei e lei guardava me, e se la nonna cercava di farmi entrare puntavo i piedi e cominciavo a piangere e se potevo scappavo.
A pensarci oggi mi viene da ridere ma allora “ghevi una fifa della miseria!!” (avevo una paura folle!!) chissà poi perchè…
NONNO CARLO
Furato primi anni ’50